Poesie di Yunus Emre: Saggezza Eterna e Traduzioni Italiane

Yunus Emre

Perché nel 2025 dovremmo leggere i versi di un uomo vissuto oltre 700 anni fa nell’Anatolia centrale? La risposta è semplice: perché Yunus Emre non è stato solo un poeta, ma un vero e proprio medico dell’anima per l’umanità. In un’epoca in cui spesso perdiamo l’orientamento, le sue parole agiscono come una bussola che ci riporta all’essenziale: all’amore, alla tolleranza e a noi stessi.

Yunus Emre (1240-1320 circa) è la voce più profonda della tradizione sufi turca. Mentre i suoi contemporanei scrivevano spesso in persiano o arabo, Yunus scelse il turco semplice del popolo, portando l’alta filosofia mistica nelle strade polverose dell’Anatolia, la terra dove è nato il celebre tappeto anatolico. Il suo messaggio era radicale e lo rimane tuttora: la via verso il divino non passa per i dogmi, ma attraverso il cuore umano.

Rappresentazione di Yunus Emre

Una nota personale sulla traduzione

Vivo a Eskişehir, la città in cui Yunus Emre riposa (nel villaggio di Sarıköy). Come studioso della sua filosofia, ho sentito il desiderio di tradurre i suoi pensieri in italiano. Non si tratta di una traduzione accademica e letterale, che spesso uccide lo spirito della poesia, ma di un tentativo di catturare il ritmo e il cuore del suo messaggio originale.

Basandomi sulle opere del Ministero della Cultura e del Turismo turco, ho interpretato questi versi per renderli accessibili al lettore moderno, senza snaturarne la profondità mistica. I testi sono accompagnati da illustrazioni ispirate alle sue visioni poetiche.

Dipinto a olio di Eskişehir nel passato

1. L’esilio dell’anima

Questa poesia ci ricorda che siamo tutti viaggiatori e che la nostra vera dimora non appartiene al mondo materiale.

Lo splendore di Dio colma il mondo intero,
Ma la sua essenza resta un fitto mistero.
Non cercare fuori, guarda nel profondo,
La verità nel cuore illumina il mondo.

L’aldilà resta celato allo sguardo mortale,
Sia dunque retta l’opera terrena e vitale.
L’esilio è un peso, un dolore silente,
Chi se ne va, non torna tra la gente.

Siamo amici, dunque, rendiamo la vita serena,
Dividiamo i fardelli, leniamo ogni pena.
Ama e fatti amare, godi del sole finché splende,
Perché questa terra a un solo uomo non appartiene.

Yunus parla chiaro, perché ognuno comprenda,
Parole dal cuore, affinché l’anima si accenda:
Vivete con giustizia su questo globo rotondo,
Nessuno resta eterno in questo basso mondo.

Yunus Emre poeta fantasia

2. La luna nel cuore

Quando verso la terra il mio volto si china,
Vedo in cielo la luna, falce divina.
Che sia inverno o estate, alla primavera ogni cosa tende,
Per me ogni giorno è una festa che il cuore accende.

Nessuna nube osi la luce oscurare,
Il chiarore lunare, la forza del mare.
Dalla terra al cielo un barlume si desta,
Come stelle che danzano in una notte di festa.

Nella camera del cuore la luce prende vita,
Scaccia l’oscurità e mai sarà finita.
Come può in questo spazio, così terso e pio,
Restare l’ombra se vi dimora il divino oblio?

Illustrazione poesia Yunus Emre

3. La vera conoscenza (İlim İlim Bilmektir)

Questa è una delle poesie più celebri di Yunus Emre. Critica il sapere nozionistico che non porta alla conoscenza di sé.

Conoscere è capire ciò che il mondo offre,
Ma vera conoscenza è vedere chi soffre e chi scopre se stesso.
Se non sai chi sei nel tuo io più profondo,
A che serve il sapere accumulato nel mondo?

Leggi e studi per trovare la verità,
Ma resti prigioniero della tua vanità.
Se leggi ma il senso non riesci a sentire,
È vano il cammino che vuoi inseguire.

Non dire: “Ho letto molto, sono un saggio”,
Se al tuo cuore manca di verità il raggio.
Se l’essenza pura non sai riconoscere,
Il tuo viaggio è un vuoto che non fa crescere.

Quattro libri sacri, colmi di dottrina,
Ma una sola lettera la loro saggezza domina.
Se l’Uno nei molti non sai scorgere,
Dimmi, perché continui a leggere e a sorgere?

Yunus Emre ti parla con voce possente:
“Pellegrina mille volte, costantemente.
Ma se chiedi cosa Dio più ami in eterno,
È il cuore che si dona, vincendo l’inferno.”

Yunus Emre poeti immaginati

4. La forza alchemica dell’amore

Ascoltate, amici, così cari e vicini,
L’amore è il motore dei nostri destini.
Un cuore che l’amore non ha mai provato,
È come pietra nel deserto, un suolo gelato.

Cosa cresce nei cuori così duri e freddi?
Parole gentili? No, solo aspri rimproveri.
Un sussurro diventa un grido di guerra,
Basta una scintilla e l’odio afferra la terra.

Ma l’amore scioglie le anime come cera,
Fa sbocciare i fiori in una eterna primavera.
Solo i cuori di pietra, cupi e pesanti,
Restano lontani dai raggi fiammanti.

Chi la saggezza divina davvero comprende,
È come l’oceano che mai si arrende.
Negli abissi bisogna tuffarsi, nel profondo,
Per trovare le perle nascoste al mondo.

Visione della poesia di Yunus Emre

5. Nelle tombe ho trovato nazioni

Un “Memento Mori” che ci ricorda l’uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla morte che si tratti di re o mendicanti.

Nelle tombe ho trovato popoli un tempo vitali,
Superbi e potenti, convinti d’esser immortali.
Anime audaci, storie ormai sbiadite,
Dove ora il vento soffia su lapidi finite.

Ministri, maestri ed eroi del passato,
La morte non guarda a chi è più onorato.
I loro giorni sono ormai avvolti nel nero,
Il destino si è compiuto, austero e severo.

Proprio come l’opera di grandi spiriti come Halide Edip Adıvar, la storia ricorda chi ha lasciato il segno. Ma qui, regna il silenzio. Come usignoli era il loro canto armonioso,
Ora riposano tutti in un sonno silenzioso.

Cavalli al galoppo, fanfare tonanti,
In guerra andavano con tamburi pesanti.
Un tempo inchinavano terre e mari al loro volere,
Ora il loro potere è leggenda, un vuoto vedere.

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Rappresentazione poetica di Yunus Emre

6. Il libro del corpo

Siamo entrati nel regno della comprensione,
Svelando i segreti della terrena processione.
Col cielo che ruota e la terra come manto,
Sotto mille veli abbiamo trovato il canto.

Notte e giorno, il moto planetario,
Parole sacre han aperto il loro breviario.
Il viaggio di Mosè, del tempio lo splendore,
Tutto ciò che Israfil annuncia con vigore,
Tutta questa saggezza, così pura e vera,
L’abbiamo trovata nell’uomo, nella sua intera sfera.

Torah, Salmi o canti del Corano,
Il loro senso profondo non è mai vano.
Le loro verità, senza veli o finzione,
Le scoprimmo nell’uomo, non nella narrazione.

7. La lingua delle 72 nazioni

Ascoltiamo il silenzio dei sordi con cura,
Quando le loro anime vibrano di saggezza pura.
Abbiamo capito senza udire parola,
Perché la vera comprensione è l’unica scuola.

Abbiamo abbracciato l’amore, siamo amanti diventati,
In ogni istante che i giorni han consumati.
Dio divise i popoli in settantadue lingue,
Ma nell’amore l’unità ogni barriera estingue.

L’umile Yunus riempie l’aria e la terra,
Come il profumo di un fiore che sboccia e si sferra.
Sotto ogni pietra la luce ci attende,
E la verità mai menzogna ci rende.

8. Oltre i rituali

Le nostre leggi hanno diversa scrittura,
Nessun dogma può scacciare l’amore e la sua cura.
Non ci dividiamo in sette o in devoti,
Attendiamo che la verità sveli i suoi vuoti.

Senza l’acqua per l’abluzione prescritta,
La nostra preghiera resta comunque fitta.
Perché il nostro rito è un suono interiore,
Un eterno e silenzioso inno al Creatore.

Che sia Kaaba, moschea o preghiera silente,
Ognuno percorre il suo sentiero onestamente.
Chi è chi? Chi ha ragione? Chi erra?
Domani vedremo chi ha seminato sulla terra.

Yunus, rinnova la tua anima in fretta,
Tieni gli amici nel cuore, come brezza diletta.
Riconosci la forza che in te riposa,
E ascolta dell’amore la voce armoniosa.

9. Il fiume dell’unità

Dalla fonte del vero beviamo con chiarezza,
Gridando stupiti: Allah u-Akbar con fermezza.
Sull’oceano della forza remiamo decisi,
Verso il porto sicuro, dai venti non divisi.

Oltre i colli, i boschi e le valli in fiore,
Impariamo ad avere fiducia nel Signore.
Il nostro viaggio è benedetto, passo dopo passo,
Portiamo il lode del Creatore, senza alcun chiasso.

Come un fiume abbiamo plasmato la pianura,
Siamo sfociati nel mare, dove l’onda è sicura.
Poi in abbondanza, come pioggia feconda,
Siamo diventati uno con la grande onda.

Come servo alla porta di Taptuk egli attende,
Yunus il povero, che a Te si protende.
Un tempo era crudo, ora è “cotto” e splendente,
Nella pienezza può restare finalmente.

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