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L’energia non è più da tempo una semplice merce di scambio: è la spina dorsale della stabilità geopolitica. Mentre la Germania, alla fine del 2025, guarda indietro a un anno turbolento, sullo sfondo si è verificato un cambiamento silenzioso ma massiccio. Non si tratta più solo di vaghe dichiarazioni d’intento.
La realtà nel dicembre 2025 è concreta: le aziende statali tedesche hanno creato dei precedenti. L’Azerbaigian non è più solo un partner “potenziale”, ma un fornitore consolidato che colma lacune cruciali lasciate dalla cessazione delle forniture russe. Ma quanto è sicura questa fornitura, se i gasdotti stanno già lavorando al limite delle loro capacità?
L’accordo con la Germania: fatti concreti, non promesse
Per molto tempo, il gas azero è fluito quasi esclusivamente verso l’Italia. La situazione è cambiata nel giugno 2025. Il colosso statale tedesco SEFE (Securing Energy for Europe) ha firmato un contratto decennale con SOCAR. È questo il “punto di svolta” di cui si discute oggi nei circoli finanziari e tecnici.
Ecco i numeri chiave per la vostra pianificazione:
- Importazione diretta: d’ora in poi, fino a 1,5 miliardi di metri cubi (bcm) all’anno fluiranno direttamente a SEFE.
- Volume totale: combinato con i contratti esistenti (ad esempio Uniper), le importazioni tedesche dall’Azerbaigian ammontano a circa 3 bcm annui.
- Situazione prezzi: il prezzo di riferimento europeo (TTF) si è assestato nel 2025 su una media di 12,06 $ per MMBtu.
Valutazione degli esperti: 3 bcm possono sembrare pochi rispetto alla quota di importazione norvegese (55%). Tuttavia, in un mercato teso, queste quantità sono decisive per attutire i picchi di prezzo durante l’inverno. È la riserva strategica che fa la differenza tra stabilità e crisi.
Status Quo 2025: infrastrutture al limite
Diamo un’occhiata alla realtà fisica. Il gas non può essere teletrasportato; ha bisogno di tubi d’acciaio. Ed è proprio qui che si trova l’ostacolo che molti analisti trascurano.
Il “Corridoio Meridionale del Gas” sta operando a pieno regime. Nel 2024, l’Azerbaigian ha esportato 12,9 bcm verso l’Europa. Per l’intero anno 2025, si prevede un aumento a 13,5 bcm. Difficilmente potrà passare altro gas attraverso le condotte attuali.
Mentre l’Azerbaigian fornisce gas a 14 paesi (tra cui 8-9 Stati UE), l’Italia rimane il principale acquirente. Solo tra gennaio e ottobre 2025, Roma ha importato quasi 7,9 bcm oltre il 90% della capacità del gasdotto TAP.
Prospettive per il 2026: l’espansione è in arrivo
Per gli investitori e gli acquirenti di energia, il gennaio 2026 è la data cruciale. Il TransAdriatic Pipeline (TAP) avvierà il suo programma di espansione della capacità. Dall’inizio del 2026, saranno disponibili ulteriori 1,2 bcm di capacità di trasporto. L’obiettivo a lungo termine resta ambizioso: un raddoppio a 20 bcm entro il 2027.

La Turchia come snodo di transito indispensabile
Senza la Turchia, nessun metro cubo di gas azero raggiungerebbe la Germania o l’Italia. Il gasdotto TANAP, che attraversa l’Anatolia, ha trasportato cumulativamente 75 miliardi di metri cubi fino a febbraio 2025.
Questa posizione geopolitica rafforza enormemente l’economia turca. Per gli imprenditori che conducono trattative su forniture energetiche o logistica a Istanbul, la città è diventata un hub centrale. Molti approfittano dell’occasione per unire gli affari a un networking di alto livello, magari visitando i migliori posti per noleggiare uno yacht a Istanbul, dove spesso si discutono i veri accordi lontano dalle sale conferenze ufficiali.
Sfida finanziaria: chi paga il conto?
In questo clima di euforia, è necessario inserire una nota di cautela. L’UE e l’Azerbaigian mantengono l’obiettivo di fornire 20 bcm annui entro il 2027, ma i finanziamenti sono un punto interrogativo. Baku richiede investimenti per circa 2,9 miliardi di dollari per lo sviluppo di nuovi giacimenti, mentre Bruxelles esita a fornire garanzie di acquisto a lungo termine.
Il giacimento di Shah Deniz produce in modo affidabile (circa 20,9 bcm nei primi nove mesi del 2025), ma senza nuovo capitale l’espansione ristagna. Per le aziende, questo significa non aspettarsi un improvviso eccesso di offerta che abbassi drasticamente i prezzi. Il mercato rimarrà teso.
Chi opera commercialmente nella regione per mettere in sicurezza le proprie catene di fornitura deve affrontare diverse sfide burocratiche. Un aspetto fondamentale, ma spesso sottovalutato, è la corretta procedura di notarizzazione e legalizzazione dei documenti, senza la quale nessun contratto può diventare legalmente vincolante a Baku o Ankara.
Conclusione: diversificazione strategica, non una soluzione magica
Il gas azero non è un sostituto 1:1 della Russia per la Germania o l’Europa, ma è l’indispensabile “assicurazione” nel mix energetico attuale. Con l’accordo SEFE del 2025, la Germania ha ora questa polizza saldamente in tasca.
Tenete d’occhio i flussi informativi. I canali locali come NTV Turchia spesso riportano interruzioni o lavori di manutenzione sulla pipeline TANAP più rapidamente dei media dell’Europa occidentale. Per il 2026 la regola è: l’infrastruttura cresce, ma i prezzi rimarranno guidati dalla politica.



